La Filt deve ritirare la firma dall'accordo e riprendere la lotta in difesa dei salari dei lavoratori

 

Cari Compagni/e

 

Penso che sia compito nostro, di lavoratori e delegati della Filt Cgil, dire NO a questo accordo in tutte le sedi e in tutti i posti di lavoro.


L’accordo siglato non e’ “un onorevole compromesso”, gli autoferrotranvieri lo hanno capito e lo hanno dimostrato con forte determinazione e compattezza, rompendo la cappa della concertazione ad ogni costo, rompendo con una falsa legalita' che premia chi non rispetta gli accordi presi 4 anni fa.


Avrebbero dovuto ricevere 2900 euro di una tantum e 106 euro di adeguamento salariale ed invece, hanno dovuto fare 8 scioperi nazionali e una lotta dura scavalcando anche la legge antisciopero, la 146/90 per non ottenere nemmeno quello che già era stato concordato anni fa. E' questa la vera faccia della concertazione: i fatti hanno dimostrato che gli accordi di luglio, le leggi antisciopero, i patti per il lavoro e quant'altro firmati in questo decennio si sono rivelati un boomerang per la classe lavoratrice. Nessuna conquista è stata fatta!


Mentre i lavoratori del trasporto pubblico seppellivano gli accordi di luglio, le direzioni confederali le resuscitavano, mendicando 970 euro di una tantum e 81 euro in busta, lorde e neanche per tutti in quanto sono aumenti previsti per il parametro 175: la stragrande maggioranza dei lavoratori è sotto questo parametro, perciò prenderanno molto meno!


I confederali e la sinistra sindacale sostengono che quest'accordo è stato un passo importante per la tenuta del CCNL e per l'esistenza stessa del contratto nazionale. E’ una magra consolazione chiedere ora a gran voce, come fa anche la sinistra sindacale, lo svolgimento del referendum tra gli autoferrotranvieri per la ratifica dell'accordo. I lavoratori il loro parere lo hanno già dato un minuto dopo la firma, continuando ed estendendo lo sciopero. Proporre il referendum è solo uno strumento per prendere tempo nel tentativo di riprendere il controllo dei lavoratori.


Non è stato salvato il contratto nazionale e nemmeno il potere d'acquisto dei salari, perché innanzitutto si tratta di un CCNL “scontato”; inoltre, aver permesso ai padroni di poter rimettere in discussione accordi già sottoscritti, rappresenta un grave precedente che non esiteranno a utilizzare in futuro in nuove vertenze della nostra e di altre categorie. I vertici sindacali si stanno facendo in quattro nelle città più combattive, in queste ore, per promettere un tavolo di trattativa locale per recuperare la differenza tra quanto ottenuto con la firma del 20 dicembre e quanto accordato quattro anni fa. Non è un modo molto concreto per seppellire definitivamente il contratto nazionale? Non è un modo molto concreto per dividere i lavoratori?

Il sindacato ha sbagliato e la Filt con la sua firma ha compromesso il suo rapporto coi lavoratori. Non possiamo permettere che le potenzialità, l'unità e la determinazione espresse dai lavoratori vengano vanificate da un gruppo dirigente che è andato a trattare su qualcosa su cui nulla c'era da trattare.

Il rischio che le confederazioni vogliono evitare è palese: che la lotta degli autoferrotranvieri diventi un esempio per le altre categorie.


Sostenere la loro battaglia significa sostenere noi stessi.

I lavoratori del trasporto pubblico hanno indicato la strada:

l'unico modo che abbiamo per fermare il peggioramento delle nostre condizioni di lavoro, la continua perdita di potere d'acquisto dei salari, il dilagare della precarietà, è fare come hanno fatto gli autoferrotranvieri. Se vogliamo vincere la battaglia per migliorare le nostre condizioni di vita non abbiamo altre strade che lottare.

 

Come primo passo è necessario costituire un coordinamento delle realtà in lotta che sia rappresentativo e revocabile in qualsiasi momento, a livello locale fino a livello nazionale.

 

Il nostro compito di lavoratori e delegati della Filt deve essere quello di sostenere attivamente questa battaglia, comprendendo che le lotte spontanee di questi giorni rendono chiaro che e’ in atto uno scontro che può dare coraggio e forza a quanti, fino ad oggi, sono stati supini a subire precarietà, bassi salari, nonché limitazioni dei loro diritti. Ma anche forza a chi si pone, nel sindacato, quale strumento di difesa dei diritti e delle rivendicazioni dei lavoratori, e lavora per una direzione veramente rappresentativa.

Per questo la Filt, non solo deve ritirare la firma dall'accordo del 20 dicembre, ma deve organizzare assemblee in tutti i luoghi di lavoro per discutere come proseguire la lotta e garantire il pieno sostegno economico e legale a tutti i lavoratori iscritti e non al sindacato che per difendere i loro diritti hanno scavalcato le vergognose leggi anti sciopero.

 

 

Milano 30/12/03

 

Antonio Forlano (delegato Rsu Ups - membro del direttivo Filt Lombardia)